Il post di oggi vuole fare chiarezza su un tema caro sia ai datori di lavoro che ai lavoratori:
IL RISARCIMENTO DEL DANNO
Da un lato il titolare dell’azienda si domanderà se e come possa chiedere conto al lavoratore dei danni che lo stesso gli abbia procurato; dall’altro lato il dipendente vorrà sapere cosa gli aspetta se danneggia la propria azienda o i suoi beni materiali o se, magari più grave, ne lede l’immagine.
Per parlare di risarcimento del danno è necessario un passo indietro.
Nell’ambito del rapporto di lavoro il dipendente può essere chiamato a rispondere sotto due profili, il primo contrattuale (quando il danno si manifesta nell’adempiento di uno degli obblighi connessi all’esecuzione della prestazione che il datore gli ha affidato) ed il secondo extracontrattuale (quando il danno è causa di un’attività che esula dal mero svolgimento delle mansioni).
La differenziazione tra le due fattispecie ha risvolti interessanti in tema di chi deve provare cosa.
Innanzitutto CHI DEVE PROVARE?
E’ il datore di lavoro che deve rilevare:
l’inadempimento del lavoratore (nel danno contrattuale) o l’attività colposa o dolosa (nel danno extracontrattuale)
Per contro il lavoratore nel primo caso dovrà dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno e che lo stesso sia dipeso da caso fortuito o forza maggiore mentre nel secondo caso dovrà “soltanto” difendersi dalle deduzioni svolte dal datore di lavoro.
COSA PROVARE?
In entrambe le situazioni risulta fondamentale verificare:
1. Esistenza del danno materiale ad uno o più beni dell’azienda o un danno all’immagine della stessa
2. Riconducibilità del danno ad un dipendente (estromettendo qualunque caso fortuito o forza maggiore)
In tema di danno da responsabilità contrattuale saranno sufficienti gli elementi appena delineati, qualora invece il danno verta su comportamenti estreni all’attività (quelli rientranti nella responsabilità extracontrattuale) il datore di lavoro dovrà fornire la prova anche di un altro elemento:
3. Nesso di causalità tra il danno rilevato e attività del dipendente specificatamente individuato
E’ evidente infine che a questi 2 o 3 elementi dovrà poi conseguire anche la quantificazione del risarcimento; ma per rispondere alla domanda del come quantificare il risarcimento torneremo sicuramente in un altro post!
Per esperienza ho visto verificarsi che pur essendo molto chiaro l’iter da seguire per l’ottenimento del risarcimento, accada molto spesso che le richieste non vengano formulate. E’ doveroso infatti evidenziare che mentre può essere agevole la verifica dell’esistenza del danno altrettanto potrebbe non essere per l’individuazione del soggetto che lo ha provocato o, ancora di più, per far emergere il nesso di causalità tra il danno ed il comportamento. Nel rapporto di lavoro sono parecchi i casi nei quali detto nesso è, infatti, interrotto da fattori estranei alla volontà delle parti e che quindi si inneschi la c.d. causalità multifattoriale.
Mai come nel risarcimento del danno ogni situazione ha una sua “storia” e dinamiche differenti.
Ritengo tuttavia interessante rispondere a qualche domanda che evidenzia casistiche che in più occasioni ho affrontato.
LA PRIMA. E’ necessaria la contestazione disciplinare del fatto che ha generato il danno?
Non vi è un’univoca soluzione ma la stessa può essere ricercata esaminando il contratto collettivo applicato al rapporto o l’eventuale regolamento aziendale.
Vi sono infatti contratti collettivi che sanciscono espressamente l’obbligo per il datore di lavoro, che voglia formulare una richiesta di risarcimento, di contestare preventivamente il danno determinandone l’entità (ad es. contratto dei trasporti). Talvolta invece, in assenza di un previsione di carattere generale, le aziende hanno previsto un iter specifico all’interno dei regolamenti aziendale che, allo stesso tempo, agevoli l’onero probatorio del datore di lavoro e fornisca, in modo trasparente, i confini della legittimità del comportamento da tenere in azienda al dipendente.
E se non fosse previsto nulla?
E’ ovvio che tornerebbero pienamente vigenti le sole regole generali riassunte nei tre presupposti già citati da equilibrare con la buona fede contrattuale e la trasparenza.
Proprio in quest’ottica, quindi, che si esprime il mio consiglio: contestare i fatti appena se ne ha conoscenza e successivamente (dopo le giustificazioni del lavoratore) sanzionare il dipendente.
Evidenziare al prestatore di lavoro, con una contestazione, l’attività posta in essere ed il danno occorso può infatti agevolare la richiesta economica e, perchè no, il risarcimento stesso (magari pattuendo una rateazione).
LA SECONDA. Posso compensare gli eventuali crediti del lavoratore con il risarcimento?
Sono valide per questa risposta sia il SI che il NO.
Ma facciamo un po’ di chiarezza.
Per “crediti del lavoratore” s’intendono quelli relativi alla prestazione svolta dallo stesso in favore del datore di lavoro, il c.d. stipendio/retribuzione. Quest’ultimo ha un’importo facilmente determinabile in ragione del livello di inquadramento, degli scatti di anzianità ecc.; si tratta quindi di una somma certa (o agevolmente accertabile).
Il risarcimento del danno, per tutto quanto sin’ora espresso, costituice invece un valore indeterminato suscettibile di esatta definizione solo dopo aver accertato una nutrita quantità di variabili (c’è il danno?, chi lo ha commesso?, stava eseguendo la prestazione?, è la conseguenza di come la prestazione è stata svolta?, come è quantificato?).
Ci si trova di fronte (al momento in cui tutto è ancora al di fuori di un giudizio) a due “partite” per loro natura inconciliabili pur scaturendo entrambe dal rapporto di lavoro: una certa, lo stipendio ed una incerta, il risarcimento.
In una situazione di questo tipo quindi non è possibile effettuare una compensazione.
Nel caso pratico, l’azienda che trattiene un importo a titolo di risarcimento in via del tutto arbitraria (quindi senza un iter di accertamento) commette un’illecito. La stessa dovrebbe infatti prima corrispondere integralmente la retribuizione, e solo in subordine avanzare richiesta risarcitoria (ottenendo quindi l’eventuale versamento dal dipendente).
Questa regola subisce un’eccezione nel caso in cui il diritto al risarcimento sia stato accertato e quantificato da un Giudice; questa situazione porta ad equiparare le due poste: stipendio e risarcimento facendole divenire entrambe CERTE.
L’accertamento stesso quindi consente al datore di lavoro la trattenuta sull’importo dovuto al lavoratore a titolo di retribuzione.
E se ci fosse un regolamento aziendale?
L’iter contenuto nel regolamento aziendale, senza assurgere a pronuncia giudiziale, potrebbe consentire ad es. al datore di lavoro di trattenere a titolo di acconto alcune somme prima dell’accertamento definitivo oppure di determinare una somma cd. “una tantum” per ipotesi di danno generiche.
LA TERZA (E ULTIMA). Le considerazioni sin qui svolte valgono anche in caso di sanzioni amministrative quali per es. quelle relative alla circolazione degli automezzi?
Non esulano dall’ambito risarcitorio e dagli accertamenti conseguenti le c.d. multe.
Anche in questo caso è infatti onere del datore di lavoro ricordurre le infrazioni all’operato del prestatore di lavoro. Diversamente dalle altre ipotesi di danno, tuttavia, il datore di lavoro potrebbe essere agevolato in questa operazione; se il dipendente ad es. è il solo ad utilizzare il mezzo di cui alla sanzione amministrativa o se gli agenti accertatori hanno identificato il soggetto in modo specifico.
E il danno? In questo caso l’azienda potrà quantificarlo ad es. facendo riferimento all’importo della sanzione o al tempo di sospensione dell’attività lavorativa per effetto della multa.
Anche nell’ambito del risarcimento del danno si è visto che la trasparenza nel rapporto di lavoro tra le richieste del datore di lavoro e i legittimi diritti dei dipendenti può essere la chiave decisiva per risolvere ogni problema.
La difficoltà del risarcimento si può prevenire con un regolamento!
E se il danno provocato dal dipendente infedele consiste in una volontaria e continuata attivita’ finalizzata alla drastica riduzione della produzione?
Grazie per la domanda.
Effettivamente è una circostanza che si può verificare, con adeguata documentazione probatoria è possibile ottenere un risarcimento del danno per una serie di profili: diminuzione produttività, immagine ecc.
Non esiti a contattarmi per approfondimenti
Volevo chiedere se mio collega si e schiantato con auto mia per questione trasferta di lavoro.Io vado chiedere soldi a lui che e un nullatenente o alla ditta srl fallita e pure nullatenente.E si come dicono che operaio non e responsabile dei danni,perche assicuro mio collega per lavoro?Un operaio assicura altro?E invece figura di testa di legno come amministratore ella societa per mafia?e coretto che collega in privato una partita iva senza alcun strumento a pignorare e paga tasse e affitto con paypal?se datore di lavoro vero e tutti suoi dipendenti erano condannati gia per mafia,droga,estorsione,armi ecc.
Allora,scrivi su google claudio infuso+gazzetta di parma.Io ho lavorato nella sua ditta nel 2017,che ne lui ne miei ex colleghi non possono averexvia penale.Mo,datore di lavoro mi minaccia di licenziamento se non do auto mia al collega per lavoro.Con la quale collega si schianta contro altro mezzo.Perche lo devo assicurare?E datore di lavoro mi deve assicurare se mi manda fuori azienda?Anzi,ho scritto a tutte assicurazioni aziendali e axa mi dice che datore di lavoro non riconosce incidente mio collega.Ma che interesse ha se e gia fallito?E fallito non solo anno scorso ma e pignorato(come mio collega)e fallite tutte suoi attivita.Sono entrambi tossicodipendenti.Ma surrogazione della mia assicurazione auto.Perche a me chiedono 3000euro di assicurazione se prima pagavo 400?
Buongiorno, la questione mi sembra davvero complessa e merita forse un appuntamento specifico per approfondire.
Se usando il furgone dell’azienda facendo il corriere il mezzo rimane senza olio motore (senza nessuna spia rossa accesa ne messaggio di allarme della riserva dell’olio motore) mi possono essere chiesti i 7000 euro del motore cambiato?
Buongiorno, devono provare che lei poteva essere a conoscenza dell’errore e che il mezzo era in grado di segnalarlo.
Quindi procedere con una formale contestazione.
Buonasera, avrei da porre il seguente quesito:
in data 11/11/2020 ho fatto un incidente con un mezzo aziendale con torto per omessa precedenza.
Ho dato le dimissioni per altri motivi sall’azienda e non sono più loro dipendente, da1 1/2/2021 lavoro presso un’altra azienda.
Oggi ricevo una richiesta di danni dall’azienda per oltre 8000€ e l’avviso che mi saranno trattenute dal LUL di febbraio a frontr di una fattura del carroziere dell’azienda del 30/12/2020 (che non è allagata alla richiesta)
non ho ricevuto e men che meno firmato alcuna sanzione disciplinare.
Purtroppo sono di Torino e non posso parlarle di persona ma se potesse consigliarmi su come agire, magari rispondendo in privato, mi farebbe un grande favore. Grazie in anticipo e buona serata
Buongiorno, la situazione è abbastanza delicata e certamente è difficile definirla con poche parole.
Il diritto al risarcimento dell’azienda deve essere suffragato e provato; non è possibile la trattenuta in busta paga dell’importo.
Se vuole approfondire può scrivermi direttamente all’indirizzo mail info@studiolegalevecchini.it o con whatsapp al numero 0376.1510967.
Un danno da circolazione a terzi in fase di manovra è addebitabile all’autista in quanto la RCA ha franchigia superiore all’ammontare del danno?
Si è possibile addebitarlo previa contestazione disciplinare che specifica l’entità del danno. IL contratto collettivo prevede poi ipotesi particolari in base all’importo del danno.
È possibile chiedere i danni ad un dipendente che però si è licenziato un mese fa? I danni sono stati visibili solo ad oggi.
Si certo motivando appunto che la conoscibilità è stata solo ora
Buongiorno. Sono un imprenditore agricolo e il mio dipendente classificato specializzato super durante il lavoro in campagna con il trattore agricolo si è avvicinato a troppo ad un canale e si è ribaltato . Forse x distrazione negligenza o forse era al telefono questo nn è dato certo. Il danno si aggira intorno a 40 mila euro . Lui prima diceva che pagava i danni poi ha smentito dicendo che nn gli spetta è che deve essere tutto a carico dell azienda. Cosa devo fare? Grazie x la risposta
Buongiorno,
è fondamentale contestare il comportamento e poi sarà necessario esaminare il contratto collettivo per capire se ci sono indicazioni specifiche per il danno. Qualora non ci fossero si dovrà procedere con la formale richiesta di danni.
Una persona assunta nella cucina chiamata di un agriturismo per dare da mangiare a poco più di 20 persone nel giro di due mesi ha mandato in panico la stessa i dipendenti fatto ore di lavoro spropositate, abbiamo chiamato un altro cuoco per salvare la faccia con i clienti …L abbiamo spostata a lavare i piatti e poi in sala e dove la mettevano faceva disastri .. alla fine della stagione abbiamo dovuto chiudere la cucina per colpa della signora perché e’ partito il cuoco assunto al posto suo .. la signora e’ stata licenziata perché chiusa la cucina e ci ha fatto vertenza sindacale chiedendo di rientrare e di avere un livello più alto rivedendo le buste paga .. e’
Stata assunta come operaio agricolo .. full time mi contestano che dovevo farle un contratto diverso .. che devo pagarle anche le ore che non ha fatto .. e che devo farla rientrare o devo pagarla ugualmente .. come e’ possibile .. non le abbiamo fatto lettere di richiamo perché ci dispiaceva lasciarla senza lavoro a metà stagione .. siamo basiti
Abbiamo assunto la persona sbagliata, ha recato danni economici e di immagine all azienda, abbiamo chiuso una cucina oer colpa sua e le ci fa vertenza sindacale 😂😂😂
Buongiorno,
ci sono diversi elementi da verificare. In linea di principio la sig.ra dovrà provare le sue richieste economiche e qualora abbiate avuto danni che portano ad un risarcimento sarete tenuti a fornire la prova del danno.
Salve sono un dipendente di una azienda che esegue costruzione e saldatura in ferro di varie strutture ,io sono un saldatore di metalli in lega di diversi materiali ferrosi,se io eseguo alcune saldature è durante i controlli risultano alcune cricche dove viene riconosciuto come errore, può essere possibile che l’azienda mi cerchi il danno toccandomi i soldi dallo stipendio
Buongiorno,
in linea di principio le direi di sì. Tuttavia è bene ricordare che il risarcimento non è automatico, dovrà essere provato che il danno si riferisce a un’attività che ha svolto lei e soprattuto è fondamentale comprendere in che entità si è manifestato il danno (anche in considerazione dell’eventuale presenza di un’assicurazione che copra questa possibilità).
Mi auguro di aver risposto alla sua domanda.
Salve, nel 2015, in seguito ad un colpo di sonno dovuto alla stanchezza accumulata dai tanti viaggi da nord a sud senza rispettare sempre le ore di riposo, perdo il controllo del camion e finisco in ospedale con numerosi traumi. Dopo mesi di convalescenza riprendo a lavorare per il mio datore, l’anno scorso, stanco dei ritmi, mi licenzio e chiedo il TFR nonché tutte le 13-14 mai pagate, i notturni e tutto quanto in mio diritto. Lui mi risponde con tanto di risarcimento danni per la distruzione del camion! Importo quasi pari a quanto da me richiesto. Può fare ciò pur non avendo mai contestato nulla (non conosco la normativa del 2015 per gli autotrasportatori)? Può bloccare una mia richiesta documentata e calcolata, una sua valutazione fatta su preventivi discutibili? Pur essendo trascorsi 6/7 anni, può chiedere questo risarcimento?
Grazie per la sua domanda.
In linea generale è possibile chiedere il risarcimento dei danni sino a 10 anni dopo che si sono verificati; nel rapporto di autotrasporto vi è una particolarità. La richiesta di risarcimento deve essere contenuta in una contestazione disciplinare (allegando anche il prospetto dei danni) e questa deve essere inviata al dipendente entro 20 gg dalla conoscenza dei fatti.
Questo significa nel suo caso che se non è stato contestato il fatto all’epoca potrebbe essere difficile per l’azienda recuperare l’importo dei danni.
Inoltre, le somme che mi sembra che lei richieda sono definite come “certe” mentre quelle del risarcimento no, pertanto non possono essere compensate.
Ad ogni modo, considerata la particolarità della questione può fissare una consulenza nella quale approfondirò il suo caso.
Buongiorno. Sono addetto al controllo qualità in un azienda metalmeccanica, e da qualche tempo mi occupo anche di compilare i certificati 3.1 che attestano che il materiale sia conforme secondo le norme. A volte capita che dai test effettuati il materiale non sia conforme, ma da indicazioni del titolare mi vedo costretto a falsificare i certificati, che preciso sono compilati con il mio nome. Non ho un autorizzazione scritta da parte dell’azienda, tranne un paio di email dove faccio palesemente notare il problema. Nel caso di contestazioni o danni da parte del cliente, l’azienda può rivalersi su di me?
Buongiorno, la situazione è certamente complicata e andrebbe esaminata nel dettaglio.
Consideri che la firma, indipendentemente dall’attribuzione dell’attività o meno, è la sua.
Potrebbe, ogni volta che le capita di dover modificare la reale situazione, scrivere una mail precisando l’accaduto.
Buon giorno. Se per ritardo delle fasi di un progetto (da parte di un dirigente azienda privata) il cliente dell’azienda che ha commissionato il progetto subisce un danno economico e l’azienda per cui lavora il dirigente un danno di immagine. L’azienda si può rivalersi su stipendio e TFR del suo dipendente (dirigente) o anche su TFR versato al fondo previdenziale? e può rivalersi sui beni personali del dipendente (es. La casa?) .e quando? grazie
Buongiorno,
la domanda prevede necessariamente un approfondimento.
Il risarcimento del danno necessita di un rigorosa prova da parte dell’azienda, quand’anche si tratti di dirigente.
Superato questo ostacolo e quantificato il danno il dirigente dovrà corrisponderlo con i mezzi che riterrà opportuni. Prima dell’accertamento in ogni caso non è possibile effettuare alcuna decurtazione di stipendio, TFR o altro.
Considerata l’entità della domanda per eventuali approfondimenti la invito a prendere appuntamento.
Buonasera,
Una settimana prima del mio licenziamento presso una ditta di trasporti mi é capitato di recare un danno al camion e mi hanno bloccato l’ultimo stipendio ed il TFR.
Visto che purtroppo é stata accertata la mia negligenza mi hanno richiesto un risarcimento danni tramite accordo pari a 12 mila euro.
La mia domanda è in quanto tempo e che modalità posso pagare questa richiesta?
É vero che posso pagare solo il 75%del preventivo danni?
Se decidessi di non pagare perché impossibilitato quali sarebbero le conseguenze essendo che non ho niente di intestato?
Buonasera
Chiedo se un impiegata di 3 livello nel contratto trasporti ha omesso delle scadenze importanti dove sono previste sanzioni molto elevate e dove per iscritto nel 2019 si richiedeva una procedure per tali scadenze, è possibile nei miei confronti un risarcimento danni da parte dell azienda o del suo legale rappresentante sulla sanzione che le verrà imposta (al momento non si sa ma si parla di cifre stratosferiche)? Preciso che lavoro in azienda da 15 anni, mi hanno sovraccaricato di lavoro ed ho sempre avuto la fiducia dei responsabili e il fatto è una dimenticanza e non una negligenza. Grazie
Buongiorno,
il caso è sicuramente particolare e meriterebbe il giusto approfondimento in un incontro specifico.
In linea generale i comportamenti devono essere contestati per dare diritto all’azienda alla richiesta di risarcimento del danno.
Buongiorno, di fronte ad un contratto a chiamata saltuario il dipendente ha maggiori colpe?
Non so se ho compreso bene.
Il contratto a chiamata è per sua natura saltuario diversamente diventerebbe una violazione del rapporto ordinario.
Salve, volevo sapere se è il dipendente pubblico a sbagliare una pratica , quando è chiamato a rispondere del danno erariale cagionato all’amministrazione e a terzi in sede giudiziaria ad esempio e se invece risponde comunque il proprio responsabile . Sto valutando se conviene assicurarmi o no… grazie
Buongiorno,
in generale risponde sempre la società o l’ente che tuttavia poi può rivalersi sul dipendente soltanto fornendo la prova della negligenza e dell’imputabilità del danno.
Salve. In un turno di lavoro in gelateria due dipendenti han dimenticato il frigo aperto e la notte la produzione (torte gelati) si sono scolti.
Posso addebitare a loro tutto il contenuto del frigo?
Buongiorno,
per capire a fondo dovrei comprendere quale CCNL viene applicato.
In linea generale può addebitare il tutto previa contestazione disciplinare e termine per le difese.
Buongiorno. Io nella seconda decade di Dicembre 2021, ho tamponato causa coda improvvisa e perché , distratto da una vettura che in fase di immissione occupava il mio spazio in posizione di angolo ceco e, non permettendomi né di rientrare, né di completare la manovra di sorpasso in tangenziale. Poi verso fine Febbraio, 2022 ho un altro tamponamento ma, qua il mezzo che mi precedeva si è fermato improvvisamente senza segnalazione d’emergenza in un tratto con linea continua ed il mezzo tutto in centro della corsia di marcia. Detto questo io in entrambi i casi ho fatto tutto il possibile o quanto meno, il nessario per evitare e limitare il più possibile l’impatto. Immediatamente è stata avvisata l’azienda. Ho ricevuto solo sanzione verbale e mai scritta. Ora l’azienda chiede l’indirizzo dei danni al 100%. Può farlo senza seguire l’iter dato dal CCNL dei trasporti?
Grazie mille per la vostra disponibilità.
Buongiorno, dovrei verificare il dettaglio della documentazione per il risarcimento.
Ad ogni modo, il CCNL Trasporti prevale sulla normativa ordinaria del codice civile e quindi appare necessaria la contestazione disciplinare tempestiva (che per come mi racconta oggi non è più possibile).
Quindi se l’azienda volesse una sorta di rientro rateale senza aver fatto per tempo la necessaria contestazione disciplinare io non sono tenuto a dover niente.
E in tal caso cosa posso aspettarmi a miei danni? Quali conseguenze?
Grazie mille per la vostra disponibilità.
Come già le specificavo, per essere più precisa avrei necessità di visionare la documentazione in una consulenza approfondita.
Buongiorno io al lavoro per sbaglio ho rotto un vetro , nel sollevare un bancale quello sotto ha fatto leva perche incastrato ed e’ finito su un vetro , era inevitabile il danno poiche erano i castrati fra loro e se non cero io. Il danno lo faceva un mio collega , in questo caso cosa potrebbe fare il mio datore ?
Buongiorno,
potrebbe inviarle una sanzione disciplinare e valutare se imputarle il danno.
Buonasera, faccio il cuoco, mi è stato chiesto di guidare il furgone aziendale per trasportare l’immondizia. Essendo neopatentato ho provocato un danno alla carrozzeria del portellone laterale, per errata manovra data la non esperienza. Mi hanno chiesto di risarcire una tantum in contanti senza mostrare un preventivo del carrozziere. Mi chiedevo se sono obbligato a risarcire un danno che ho fatto svolgendo una mansione che non è previsto che io svolga, in quanto dovrebbe anche esserci un responsabile e adetto a ciò.
Grazie mille.
Buongiorno,
per la richiesta di risarcimento è sicuramente necessario visionare il preventivo dei costi o ancor meglio la fattura pagata. Per la mansione non consona si possono percorrere altre strade.
Quindi con un mio rifiuto, in quanto noni è stato mostrato un preventivo, non mi è stato mostrato un verbale dell’accaduto e non era una mia responsabilità. Rifiutandomi appunto, vado ad incorrere in altre sanzioni o illeciti, o semplicemente sarebbe di valore morale l’azione?.
Grazie mille
Diciamo che è più complesso.
Richiede ovviamente un esame più approfondito per evitare che il consiglio sia troppo generico
Salve il mio datore di lavoro mi accusa di aver causato un danno alla ditta di svariati euro perché secondo loro non pagavo le giocate. Precisando che io ho tracciamenti bancomat che dimostrano i pagamenti che giocava sia la mia principale che la mia collega e che dalla cassa essendo unica non possono dimostrare che il contante possa essere sparito in altro modo possono cercarmi i danni? Loro asseriscono che io giocavo esagerato e non me lo potevo permettere ma io ho sempre giocato con le vincite e sempre pagato la differenza davanti sia alla mia principale che alla mia collega e senza nascondermi dalle video camere essendo area videosorvegliata..come possono accusare solo me di questo buco?
Buongiorno, ritengo che la questione sia molto complicata per essere risolta con un semplice messaggio, anche considerando che non ho ben compreso il tipo di lavoro che svolte.
Quando si tratta di somme di denaro è sempre opportuno verificare il CCNL applicato al rapporto e quindi il caso specifico.
Se ritiene fissi pure appuntamento dal sito.
Salve e grazie per la risposta sono dipendente di una tabaccheria e lavoriamo in 3. Io una collega e la principale..il mio datore accusa me di aver giocato schedine senza pagarle e aver creato un buco ma io ho sempre pagato e ho vari tracciamenti bancomat ma loro mi accusano ugualmente anche se ripeto i soldi possono essere mancati in qualsiasi modo visto che la cassa era unica e chiunque poteva toccarli
Buongiorno,
Un mio dipendente ha distrutto in una settimana due mezzi di lavoro, il primo con un danno di 2.800€ e nel secondo è stata distrutta la cella frigorifera partendo con il portellone di vendita aperto e urtando la struttura di un autolavaggio, con tanto di prova video in mio possesso (è un automezzo ad uso speciale, pescheria ambulante).
Inizialmente il dipendente ha accettato con accordo bonario di risarcire con 20.000€ parte della somma che si aggira attorno ai 40.000€ ma poi ha ritrattato e ritiene di dover pagare meno.
A questo punto, dato l’incrinarsi dei rapporti, Crede ci siano gli estremi per recuperare l’intera somma del danno (comprensiva di noleggio ulteriore automezzo per 4 mesi per poter farlo lavorare anche se un mese fa si è licenziato)?
Buongiorno,
sarebbe necessario verificare nel dettaglio la posizione tuttavia con il corretto iter disciplinare (contestazione, termine per le giustificazioni e richiesta finale) non trovo particolari ostacoli anche se il rapporto è cessato.
Buongiorno,
avrei bisogno di un chiarimento.
In data 20/01/23 è stato l’ultimo giorno lavorativo del mio ragazzo, in quanto rispettando i tempi previsti dal contratto del commercio, doveva dare un preavviso di 20 giorni che ha rispettato.
Esattamente in data 01/02/2023 gli è arrivata una raccomandata con una contestazione disciplinare da parte del suo ex datore di lavoro, in cui comunica che nel suo ultimo giorno di lavoro con negligenza ha danneggiato l’interno del furgone di lavoro e che si rifaranno all’art 238 previsto dal contratto del commercio applicato in azienda. Ora, essendo che si è licenziato, quale procedura possono applicare nei suoi confronti? Possono richiedere dei soldi? Perchè ho letto che nell’art 238 viene indicato come risarcimento massimo 4 ore di retribuzione.
Grazie mille
Buongiorno, l’azienda se prova la sua responsabilità potrà trattenere l’eventuale danno dallo stipendio e dal TFR ma se vorrei voi vi potrete opporre successivamente chiedendo la restituzione delle somme.
Buongiorno. Scrivo per un chiarimento. Mi sono licenziata un mese fa perché il mio datore di lavoro non mi pagava. Premetto che ero assunta come commessa ma facevo anche le pulizie in negozio e una volta, inavvertitamente, ho urtato della candeggina facendola andare sul parquet del negozio, che si è leggermente scolorito(il negozio non è di proprietà del datore di lavoro ma di terzi). Ora, a un mese dal licenziamento e non avendo ancora ricevuto i miei soldi, il datore di lavoro mi ha minacciato, dicendomi che agirà per vie legali per il “danno” arrecato al negozio. Aggiungo inoltre che il negozio era già in sè danneggiato da vari buchi nella parete e nel soffitto, attribuibili ai precendenti venditori. Cosa posso fare in merito? Grazie.
Buongiorno,
il datore di lavoro non può trattenerle lo stipendio lamentando danni (peraltro mi sembra di capire che non siano mai stati contestati).
Se del caso può muoversi con un’ingiunzione di pagamento.
Buongiorno, sono un corriere, un giorno dopo aver preso in carico i miei pacchi da consegnare per distrazione parto dimenticandone alcuni in magazzino, appena me ne accorgo contatto il responsabile che però non mi trova, sicuramente sono stati rubati da qualche collega.
Può l’azienda farmi pagare i pacchi spariti?
Buongiorno, l’azienda le deve contestare il comportamento ma per addebitarle il costo del pacco è sicuramente più complicato e richiede delle prove che è colpa sua l’eventuale furto.
Buonasera,
Mi sono dimessa 1 mese fa (anzi non ho rinnovato il contratto alla sua scadenza) da un contratto di sostituzione maternità durato 5 mesi in cui non ebbi mai una formazione professionale(riguardanti i compiti da svolgere che ogni giorno aumentavano) né della prevenzione sulla sicurezza sul lavoro oltre ad aver ricevuto il contratto solo dopo la scadenza del periodo di prova, e durante questo mese venni chiamata sia per dare una mano sia per “istruire” (non avendo avuto io stessa una formazione si è preteso che formarsi le altre) le nuove “ragazze”.
Siccome non mi arrivava più lo stipendio ne il TFR ho scritto al datore di lavoro in merito alla busta paga ricevendo in risposta la pretesa di venire nuovamente a sistemare degli errori che ha riscontrato il commercialista in merito a delle fatture emesse. Ero inquadrata come impiegata 5 livello studi professionali e facevo le mansioni di segretaria (a parte la segreteria la preparazione delle stanze per i medici, redazione documenti, mansioni di segreteria, centralino, presa appuntamenti, accetazioni pazienti, pagamenti, cassa, emissione fatture dal gestionale, compiti di amministrazione e molto altro ancora, e trasmissione di fatture elettroniche, cosa di cui fui informata 2 settimane prima della scadenza del contratto).
Non avendo mai avuto un mansionario, una collega o un superiore che mi seguisse o anche una formazione, il mio ex datore di lavoro può pretendere da me di sistemare gli “errori” e se mi rifiutarsi di farlo cosa vado in contro?
Grazie per il dettagliato riscontro.
Se il contratto è finito lei può rifiutarsi di tornare al lavoro. Quanto agli errori dovrebbero mandarle contestazioni di specifiche che le attribuiscano le negligenze.
Buongiorno, premesso il rispetto di tutte le condizioni che consentirebbero al datore di lavoro di pretendere il risarcimento del danno, nel caso in cui l’azienda abbia stipulato una polizza di responsabilità civile, secondo me non sarebbe possibile richiedere il risarcimento al lavoratore, cosa ne pensa? Potrebbe eventualmente rivalersi solo dell’eventuale franchigia? Grazie per la risposta.
Buongiorno,
il datore di lavoro può chiedere sia il solo importo della franchigia ma anche l’intero danno se ne prova tutte le circostanze.
Buongiorno. Sono assunta da 25 anni presso un’azienda metalmeccanica con inquadramento 5 livello. Il mio datore di lavora mi contesta di non aver comunicato loro dei costi e per questo di aver venduto sotto costo per un valore di più di 150.000 euro che ora vuole addebitarmi. Faccio presente che questi costi extra sono presenti da più di 15 anni e non sono mai stati inseriti nelle distinte dei costi ma sono sempre stati valutati come extra. Posso avere io, con i livello come il mio questa responsabilità??
Buongiorno, per capire la situazione dovrei vedere la documentazione in suo possesso.
Consideri che per ottenere il risarcimento del danno devono contestarle i fatti anche sulla base di documenti certi e quantificare in modo oggettivo il danno stesso.
Buongiorno, io ho lavorato per una ditta di autosoccorso, il contratto parlava di 8 ore ma ne facevamo sempre 12 fino a 14 mai retribuiti gli straordinari, idem sabato e domenica. Oggi 18 07 23, mi arriva una lettera di richiesta danni di 1000 € per aver piegato leggermente il cassonetto porta attrezzi, mentre tiravo su il pianale con la macchina sopra, prende le morse dei motorini piegando un po’ il cassonetto porta attrezzi. Io me ne sono andato il 16 05 23, possibile che me li richieda dopo tutto stesso tempo? E se qualcuno lo avesse distrutto ancora di più??? Grazie
Buongiorno, premesso che sarebbe necessario approfondire maggiormente, posso dirle che in generale anche per il risarcimento dei danni è necessaria una contestazione disciplinare che deve essere in ogni caso tempestiva e così non mi sembra essere il suo caso.
Buongiorno, come dipendente è possibile stipulare una assicurazione privata per salvaguardare me e la mia famiglia sulle possibili decurtazione di stipendio ?
Si certo.
Salve il mese sono ho lavoro come corriere e un giorno ho fatto presente di avere danneggiato uno specchietto..ma poi il l responsabile nn mi ha detto più niente ma dopo una settimana ho visto che stavano cambiando lo specchietto..a fine dicembre nn mi hanno rinnovato e il 4 gennaio mi mandano di lettere di richiamo 1 appunto c lo specchietto di 100e e poi dicono che hanno rilevato una strisciatura sullo sportellone e vogliono dettarmi dal mio ultimo stipendio 600 e 100 e x lo specchietto che io so di averlo rotto anche se nn completamente xrò dicono che essendo mezzi a noleggi ki devoti riconsegnare integri xrò xchè nn dirmelo subito e così magari si poteva trovare qualcosa di più conveniente xchè si che a volte lo fanno e poi comunque dalla lettura risulta come se io nn avessi detto niente invece l’ho fatto presente al subito e poi questo danno allo sportello a me nn risulta ma loro dicono che il 24 dicembre l’ho preso io e poi fino al 28 nessuno e poi il 28 dicono che si sono accorti di questo danno ..che xrò me l’hanno fatto sapere il 4 gennaio. E possibile che ora mi detraggono tutto ok un unica volta nello stipendio che mi dovranno darà. Anche se io sono sicura di nn aver fatto niente
Buongiorno, ci sono diversi elementi da valutare per capire se e come sia possibile decuratare il risarcimento del danno. Certamente è necessaria una contestazione tempestiva.
Come si calcola la richiesta di danni di immagine che la società può chiedere ad un dirigente
Buongiorno,
non esiste un parametro di riferimento fisso. Il valore è determinato in via equitativa. Si possono fornire, tuttavia, al giudice parametri di riferimento che fungono da indizi.
Buongiorno, la mia richiesta non entra nell’ambito del rapporto dipendente/datore di lavoro ma in quello di cliente/ditta.
Posso chiedere un risarcimento danni scrivendo di mio pugno la richiesta e la motivazione? O devo esclusivamente passare da un avvocato? Ho pensato che potrei fare una richiesta in prima battuta e, se non venisse accettata, rivolgermi ad un giudice.
Grazie in anticipo.
Buongiorno,
può provare con una lettera di messa in mora, tuttavia la valenza della presenza di un legale è sicuramente maggiore.
Poi la prova di tutto il danno e del nesso ovviamente è la sua.